Roba bella da leggere, ascoltare e guardare (#8)

Lista aperiodica di roba bella che ho letto, podcast e video interessanti.

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Berluscuteness

Pasqua è passata, ma Berlusconi è ancora con noi. Un bel pezzo di Prismo che affronta il tema della rivalutazioni di Berlusconi e della sua trasformazione in icona Pop.

Ma c’è un altro aspetto da considerare, ed è qui che entra in azione la Berluscuteness. Agendo in un contesto in cui esiste solo il presente, Berlusconi di colpo non è più l’uomo che negli anni si è reso protagonista di frasi come “In tre anni sconfiggeremo il cancro” o “Eluana Englaro può ancora avere dei figli”; non è più il politico che entra a Strasburgo o nei vertici internazionali e dà del kapò a Martin Schulz; non è più l’uomo delle leggi ad personam sotto i cui governi è esploso il debito pubblico; il Primo Ministro durante il G8 di Genova e che nel 2009 prometteva di ricostruire l’Aquila in pochi mesi. Disinnescando la critica, depotenziando lo ‘sguardo morale’ e annullando di fatto il giudizio di valore, Berlusconi è semplicemente un vecchietto che allatta un agnellino nella sua ultima evoluzione in difensore dei diritti degli animali. Un vecchietto che fa cose normali, ma che è comunque Silvio Berlusconi, ed è comunque estremamente riconoscibile, estremamente identificabile e fornisce quindi una variazione sul tema del romanzo della sua vita.

[il pezzo completo si legge su Prismo] Continua a leggere

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Roba bella da leggere, ascoltare e guardare (#7)

Lista aperiodica di roba bella che ho letto, podcast e video interessanti.

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A ottant’anni dalla morte di H.P. Lovecraft. Lovecraft, l’Italia, la Valsusa, il Polesine

Giap è il blog del collettivo letterario Wu Ming. Ci trovate sempre molta roba interessante, come questo pezzo su Lovercraft e l’Italia.

Negli ultimi anni si sono svolti principalmente due dibattiti su Lovecraft: uno sulla sua attualità, l’altro sul suo razzismo. Che è inequivocabile e innegabile. Se ne trovano abbondanti tracce nei racconti — The Call of Cthulhu è pieno di considerazioni ostili su «sanguemisti» e umani «di specie bassa» — e il suo epistolario ci consegna molte invettive contro «gli italiani del Sud brachicefali & gli ebrei russi e polacchi mezzi mongoloidi coi musi da ratti & tutta quella feccia maledetta» e altre descrizioni del genere.

L’unico modo di andare oltre il razzismo di Lovecraft è riconoscerlo e portarlo in piena luce. Altrimenti il rimosso continuerà a tornare, e ogni volta saremo costretti a discuterne, quando invece c’è molto altro.

[il pezzo completo si trova su Giap]

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Un’analisi filosofica delle foto di Diego Fusaro su Facebook

Fino a qualche mese fa vivevo in una bolla in cui nessuno aveva mai sentito parlare di Diego Fusaro, poi la bolla si è rotta e io sono stato inondato di articoli e video di questo “giovane pensatore” (si stava meglio nella bolla). Un paio di amici l’hanno conosciuto e mi dicono che in fondo sia un bravo ragazzo. Vice gli ha dedicato uno spassosissimo pezzo per prendere in giro la passione più grande di Diego Fusaro.

Le foto davanti alla legna sono una vera e propria ossessione per Fusaro: ne ha decine così, vestito con la tuba e il pastrano come Rodion Romanovich Raskolnikov, ma anche molte altre in cui posa pensieroso in camicia e pullover, o con il cappuccio e il foulard. Quindi mi sono chiesto che tipo di simbologia si nasconda dietro queste foto.

[foto di Fusaro e articolo di Niccolo Carradori si possono gustare a questo link] Continua a leggere

Roba bella da leggere, ascoltare e guardare (#6)

Lista settimanale di roba bella che ho letto, podcast e video interessanti.

(Questa volta è venuta fuori una lista molto “politica”)

Cambia Gioco

A me Luca Sofri piace e sta simpatico. Mi piaceva quando faceva Condor in radio e quando era solo uno dei più popolari blogger italiani. Sofri di solito scrive sempre cose ragionevoli e condivisibili. Questo pezzo mi è sembrato particolarmente ben riuscito.

Ripensare, è una cosa che non sta facendo nessuno. È umanamente comprensibile, è una specie di rimozione: dovunque ti giri vedi sconfitte e tendenze demotivanti, e cercare soluzioni ha come più probabile e immediata conseguenza trovare fallimenti. Non venirne a capo. Non sapere da dove cominciare. Lottare ogni giorno con accuse e insulti di ogni genere. Ma se la reazione è pensare che le cose a un certo punto vadano a posto da sole, non ci vedo messi benissimo.
A un certo punto, in certe partite di calcio, si vede che su un fascia non si riesce a portare avanti la palla: girano i passaggi, ma si resta sempre lì, poi uno scatta, si prova un lancio, ma viene intercettato, o quello finisce in fuorigioco. Il pubblico fischia. Non c’è verso.
Allora uno si allarga sulla fascia opposta e qualcuno dagli spalti urla a quello con la palla: “cambia gioco!”.

 

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Le storie della buonanotte per le Bambine Ribelli

Domani, 28 febbraio, arriva nelle librerie “Storie della buonanotte per bambine ribelli”, un libro scritto e prodotto da Francesca Cavallo ed Elena Favilli.

Il libro arriva adesso in Italia, ma è nato in America nel 2016 grazie ad una campagna di Crowdfunding. Le due autrici infatti si sono trasferite nel 2011 in California, dove hanno fondato Timbuktu Labs, una società specializzata in applicazioni per l’educazione dei bambini.

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Francesca Cavallo ed Elena Favilli nel 2011, mentre si preparano a trasferirsi in USA

Nel 2016 decidono di lanciare una raccolta fondi su Kickstarter, la principale piattaforma mondiale per il crowdfunding, per poter produrre e stampare un libro dal titolo Good Night Stories for Rebel Girls. Continua a leggere

Roba bella da leggere, ascoltare e guardare (#4)

Lista settimanale di roba bella che ho letto, podcast e video interessanti.

Don’t motivate your enemies

Dave Winer racconta di quando vide Obama nel 2011 prendere in giro Trump e pensò “Non motivare il tuo nemico”. Quando hai “sconfitto” qualcuno è sempre sbagliato infierire, non bisogna dare al tuo nemico le giuste motivazioni per rimettersi in piedi e tornare all’attacco più incazzato di prima. Bella osservazione applicabile anche alla politica italiana.

But I had a bad feeling. I had learned from years of conflict in business and tech, that you don’t want that last bit of victory, it always comes back to bite you. When you win, you want to be gracious, extend an olive branch, be big, even if inside you feel like taking the revenge that is yours.

Ulisse 31, episodio 1 (La prima puntata non si scord… eh?!?)

Alessandro Apreda racconta la prima puntata di uno dei miei cartoni animati preferiti.

Ma quanto ti piaceva Ulisse 31. Questa coproduzione nippo-gianfransuà con il charadesign del grande Shingo Araki, realizzata nell’81 e andata in onda da noi su Rai 1 l’anno dopo (in Giappone sarebbe arrivata solo molto più tardi, nell’88). Era, come lasciava intendere il titolo – in Francia Ulysse 31, con la Y, e in altri mercati Ulysses 31. Il titolo giapponese era 宇宙伝説ユリシーズ31, Uchū Densetsu Yurishīzu 31, cioè la leggenda dello spazio Ulisse 31 – una libera trasposizione fantascienza dell’Odissea, ambientata nel trentunesimo secolo. Un mix devastante per piccoli appassionati di mitologia già con il pallino per il fantascienzo come il qui presente, con episodi dai titoli super-evocativi come Chronos, Atlante, La rivolta di Lemnos, I lestrigoni e Cesarino il Gommista.

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