(Conservo alcuni vecchi quaderni di quando andavo al Liceo. Su questi quaderni la sera scrivevo racconti e altre robe. Gran parte di quel materiale è molto più che imbarazzante)
A volte il mio cervello cessa di funzionare.
I miei arti allora incominciano a muoversi autonomamente. Toccano, spostano, strofinano.
Non riesco a fermarli.
C’è qualcosa dentro di me che mi sussurra: “Cos’altro puoi fare?”
A volte ho il coraggio di rispondere: “Tutto, fuorché questo!”
Altre volte commento solamente con un laconico “e già”.
Quando rispondo così, la noia ha vinto.