Il colore del grano

lavanda

La mattina si svegliò tardi. Il viaggio in treno gli lasciava addosso una spossatezza dolciastra. Non se ne spiegava il motivo.

Lavato e mangiato, iniziò la giornata. Scoprì subito che doveva accompagnare la madre in città.

Non aveva ancora del tutto assimilato la colazione. La stanchezza si era da poco trasformata in noia e inedia. Palpabre ancora schiacciate e movimenti impastati.

Si riebbe a metà strada.

Si accorse che stava guidando. Da almeno 10 minuti, stimò. La mamma pensierosa al suo fianco.

Rimise a fuoco la strada davanti all’automobile. A destra e a sinistra scivolavano campi e case.

I suoi occhi registrarono qualcosa. Se ne accorse, ma non riuscì a coglierne i dettagli. Si sentiva ancora impastato. La puzza del vagone ancora nelle narici.

Dopo un po’ ricevette un  altro colpo. Un picco di informazione gli arrivò alla nuca. Ne percepì il contraccolpo.

Analizzò quella sensazione. La dissezionò, ne cercò l’origine. Si guardò intorno. Non riusciva a capire.

Stava quasi per parlarne alla madre, quando colse una variazione cromatica nello sfondo che scorreva alla sua sinistra.

Il grano aveva cambiato colore. Il verde aveva fatto un salto quantico verso il basso. Era successo tutto nel giro di pochi giorni.

Ecco cosa era cambiato. Il suo mondo si era istantaneamente spostato verso l’estate. Il cambiamento era stato così pervasivo e ambientale che solo la sua parte rettile se n’era potuto accorgere.

Sorrise al pensiero di questa sua incredibile scoperta.

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