Tu sei Bette Midler, è il 26 Maggio del 1979 e hai 33 anni. Sei a New York sul palco del Saturday Night Live, quella settimana sei tu l’ospite musicale dello show. Sei lì per presentare il tuo nuovo disco “Thighs and Whispers”. La scaletta della serata prevede che tu faccia due pezzi, il primo l’hai già cantato, era “Married Men” una canzone tratta dal disco che stai promuovendo.
Adesso sei di nuovo sul palco per cantare il secondo brano. Ti annunciano, tu saluti e poi dici: “La prossima è una canzone che ha scritto il mio amico Tom Waits“.
A dir la verità Tom è ben più di un amico. La vostra storia d’amore è nota, forse non a molti, ma tu sei una delle cantanti più amate dal pubblico americano e lui è uno dei cantautori più promettenti della sua generazione perciò quello che c’è tra di voi non passa proprio inosservato. La vostra è una storia complessa, fatta di alti e bassi, ma qualcosa di speciale vi lega.
Lui ha pubblicato il suo primo lavoro in studio “Closing time” nel 1973 e in quel disco c’era questa canzone che si intitola “Martha”.
Tu sei al Saturday Night Live nel 1979, in diretta di fronte a milioni di americani, il pianoforte attacca a suonare “Martha” e tu canti la tua versione di quella canzone. Nella tua canzone però non c’è nessuna Martha, ci sono solo Betsie e Tommy.
Questa è la storia che quella canzone racconta.
Betsie Frost è al telefono, parla con la centralinista e le chiede di trovare il numero di un certo Tom che adesso vive in un’altra città. Le tremano le mani e gioca nervosamente col filo della cornetta. Il centralino compone il numero e il telefono dall’altro capo inizia a squillare.
Betsie è preoccupata, sta pensando che sono passati troppi anni ormai e che Tommy non la riconoscerà mai. Si sente un groppo in gola e cerca di farsi forza, sente le lacrime salirle in viso, ma aspetta che dall’altra parte alzino la cornetta.
Risponde un uomo, è lui, è invecchiato molto in tutti questi anni, ma lei riconosce lo stesso la sua voce. Betsie prende fiato e inizia a parlare:
“Ciao Tommy, sono io Betsie Frost, ti ricordi di me? Sono passati quasi vent’anni, ma non puoi esserti dimenticato di me. Stavo pensando che sarebbe bello uscire assieme uno di questi giorni per prenderci un caffè in ricordo dei bei tempi.”
Betsie ricorda benissimo quei giorni fatti di rose, di poesie e di prosa. Quando non c’erano che lei e Tommy.
“Mi sento così vecchia in questo periodo” – Betsie continua a parlare, senza pause, forse anche per tenere a bada le emozioni – “Certo, anche tu oggi sarai più vecchio. E come sta tua moglie e i tuoi figli? Sai anch’io alla fine mi sono sposata. Sono stata fortunata, ho trovato un uomo che mi ha aiutata a farmi sentire al sicuro, non come quando…”.
La voce di Betsie si incrina, una breve pausa, impercettibile, poi riprende: “Eravamo così giovani e pazzi. Adesso però siamo diventati maturi e poi io ero così impulsiva, beh… forse lo sono ancora. Immagino che non fossimo fatti per stare insieme, tutto qui.”
“E ti ricordi, Tommy, ti ricordi quei giorni, quei giorni con le rose, con le poesie? Ti ricordi cosa mi dicevi sempre? Mi dicevi di mettere da parte le sofferenze, di metterle via per un giorno di pioggia. Tommy ti ricordi?”
“Tommy, Tommy, Tommy” – quanto le era mancato quel nome, solo ora se ne rende conto, quanto le piaceva parlare con lui, sentirlo vicino – “Tommy, ma davvero non capisci? Tommy, io ti amo.”
Adesso il telefono è muto. Betsie piange piano, una lacrima alla volta. Tommy non parla, però è ancora lì, lei lo sente.
Betsie adesso è un po’ meno triste e riprende a parlare.
“E ti ricordi quei pomeriggi tranquilli che passavamo abbracciati l’uno all’altra e io tremavo un po’.”
…
Qualche mese dopo, durante un’intervista alla rivista Rolling Stone, ti chiederanno come mai durante l’esibizione al Saturday Night Live, dopo aver cantato quel verso che fa:
I was always so impulsive, guess that I still am,
I guess that our bein’ together was never meant to be…
ti sia scesa una lacrima lungo il viso, col mascara che arrivava sulla guancia. Tu risponderai che era da poco morta tua madre e che stavi pensando a lei. Io però non ti credo Betsie.
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