Charlie Hebdo un anno fa

Nel gennaio del 2015 la redazione del giornale satirico francese Charlie Hebdo fu assaltata da due uomini armati di kalashnikov. Tra due giorni sarà il primo anniversario di quella strage e immagino che molti saranno gli editoriali e i post che analizzeranno quegli eventi, che cercheranno di capire come sia potuto succedere e come poter evitare che cose del genere accadano di nuovo.

Io ho preferito andarmi a rivedere i molti articoli che avevo condiviso sulla mia bacheca di Facebook in quell’inizio 2015, le reazioni a caldo, le analisi, i commenti che più mi colpirono in quel periodo.

Se volete onorare tutte le vittime del terrore, tutte, nessuna esclusa, il mio consiglio è quello di cliccare, leggere, continuare a cliccare, approfondire, cercare di capire, farsi delle domande, cercare le risposte. Non è facile, è faticoso, è lungo e a volte perfino noioso, ma è il modo migliore per ricordare e celebrare questo triste anniversario.

Molte persone sono morte per difendere il vostro diritto di pensare e parlare liberamente, fate in modo che ne sia valsa la pena.

La strage di Charlie Hebdo, per punti

Cominciamo con la ricostruzione che Il Post fece il giorno dopo.

L’assalto è durato circa cinque minuti: secondo i testimoni gli assalitori apparivano molto calmi, addestrati e preparati per eseguire un’operazione mirata contro la redazione del giornale.

IO SONO “CHARLIE”

Paolo Interdonato è un critico di fumetti. In questo pezzo racconta brevemente come nacque Charlie Hebdo e perché “io sono Charlie”.

Per fare un esempio, il 9 novembre 1970 muore Charles de Gaulle. Se lo porta via un aneurisma. “Hara-kiri” titola: “Ballo tragico a Colombay [la residenza del generale]: un morto!”. Fa riferimento a una tragedia vera: un incendio in una balera in cui sono morte 146 persone. È uno scandalo. Il giornale viene sequestrato e la testata sospesa. La settimana dopo, la medesima redazione si ripresenta in edicola, senza fare neanche un plissé, con un’altra testata: “Charlie hebdo”.

Why defend freedom of icky speech?

In quei giorni girò molto un estratto da un pezzo di Neil Gaiman, scrittore e fumettista inglese, sul perché si debba sempre difendere il diritto di parola, anche quando si tratta di contenuti “deplorevoli”.

If you accept — and I do — that freedom of speech is important, then you are going to have to defend the indefensible. That means you are going to be defending the right of people to read, or to write, or to say, what you don’t say or like or want said.

On Charlie Hebdo: A letter to my British friendsam

La stampa anglosassone ha difficoltà a capire e comprendere la satira di Charlie Hebdo, molti sono i pezzi che ne criticarono gli attacchi contro le religioni. Un giornalista francese cercò di spiegare cos’è la satira in Francia.

Laïcité does not deny anybody the right to express their religious beliefs, but it aims to found society on a political contract that transcends religious beliefs which, as a result, become mere private affairs

Un fumetto di Joe Sacco sui limiti della Satira, in risposta all’attentato a Charlie Hebdo

Su Fumettologica venne pubblicato un intervento di Joe Sacco in cui l’autore americano cercava di spiegare la sua opinione sui limiti che la satira dovrebbe avere. Manuele Fior, fumettista italiano e cittadino parigino, disse la sua nei commenti al pezzo.

Mi permetto di commentare a caldo questa pagina di Sacco, autore che ammiro molto. Qui da Parigi non riesco ad avere il distacco olimpionico della sua prosa, anzi scrivo portato dall’emozione di un attacco che ha colpito i miei colleghi e sfiorato i miei amici.

this is not a post about free speech

Anche Gary Trudeau si schierò contro la satira di Charlie Hebdo. Lo scrittore Kenan Malik rispose alle accuse di Trudeau con questo bel pezzo.

The charge of ‘hate speech’ has constantly been used as a way of silencing artists whose work challenges what some regard as unviolable ideas or beliefs.

Bill Hicks on Freedom of Speech

Bill Hicks fu un altro autore che venne chiamato in causa. In questa lettera il comico americano rispondeva ad un prete che lo accusava di blasfemia. La lettera è del 1993, ma alcuni estratti sono perfetti per commentare alcune reazioni agli eventi di Parigi del gennaio 2015 (Ciccio, ce l’ho con te).

In support of your position of outrage, you posit the hypothetical scenario regarding the possibly ‘angry’ reaction of Muslims to material they might find similarly offensive. Here is my question to you: Are you tacitly condoning the violent terrorism of a handful of thugs to whom the idea of ‘freedom of speech’ and tolerance is perhaps as foreign as Christ’s message itself? If you are somehow implying that their intolerance to contrary beliefs is justifiable, admirable, or perhaps even preferable to one of acceptance and forgiveness, then I wonder what your true beliefs really are.

Mamme

Papa Francesco disse la sua sugli attentati di Parigi e parlò di mamme e cazzotti. Non fu un approccio molto cristiano e questo pezzo di Luigi Castaldi mi sembra la risposta migliore che si possa dare.

Oh, sia chiaro, metto in conto che tu mi possa tirare il cazzotto che minacciavi oggi a chiunque ti sfiori mamma, ma tu metti in conto il fatto che io mi possa difendere e romperti il culo.

Charlie Hebdo: Alan Moore calls on major religions to clean up their act

Alan Moore, uno dei più grandi fumettisti del secolo scorso, disse la sua e lo fece con chiarezza.

It is probably time for something to be done with regard to monotheistic religion cleaning up its act. It is not about Islam, Jews or Christians. If you come from the position that there is only one God and He’s yours then only one thing can happen when you meet someone who thinks differently.

Salman Rushdie: ‘I Stand With Charlie Hebdo, as We All Must’

Anche Salman Rushdie fu abbastanza chiaro.

‘Respect for religion’ has become a code phrase meaning ‘fear of religion.’ Religions, like all other ideas, deserve criticism, satire, and, yes, our fearless disrespect.

Imperfect Tenderness

The Comics Journal è probabilmente la rivista di fumetti più autorevole in lingua inglese. Qui c’è un gran bel pezzo in cui Tim Hodler elencò molti pezzi per approfondire e capire meglio cosa successe a Charlie Hebdo.

Satire presents some of the thorniest political issues it is possible for an artist to depict or confront, which is both its attraction and its danger. It is almost impossible to evaluate satire outside of the very specific context of the events or figures it is targeting, especially by those who share neither the language nor the cultural background of the artists. And so for those who lack that language and/or background, it may be helpful to try to get a fix on what the CH artists were attempting to do, and how they were attempting to do it, before one ultimately decides to celebrate or condemn their work.

 

Pubblicità

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...