Quest’anno sono ufficialmente diventato uno #splendidoquarantenne e, come capita sempre quando si raggiunge una certa età, ci si guarda intorno per capire cosa è diverso e come si è cambiati col passare del tempo.
A me è successo di accorgermi di aver iniziato ad apprezzare cose che, specialmente nei primi vent’anni della mia vita, detestavo a morte. Robe che prima non sopportavo, ma che oggi apprezzo tanto.
Ecco la lista delle 8 cose che ho iniziato ad apprezzare con l’età:
1. I dischi dei Pink Floyd dopo l’uscita di Roger Waters. Come ho già raccontato, ho scoperto i Pink Floyd a 13 anni quando mio padre portò a casa la doppia cassetta di “A Momentary Lapse of Reason”. Era il primo disco che i Pink Floyd facevano dopo l’uscita di Roger Waters. Quel disco mi piacque molto e da lì partii a scoprire i vecchi album. Appena lessi la storia di The Wall e del papà di Roger Waters, quello divenne il mio-album-preferito-di-tutti-i-tempi. Waters perciò entrò di diritto nel mio pantheon personale insieme a Che Guevara, Haran Banjo e Nausicaa la principessa della Valle del vento. Se Waters era il buono, allora David Gilmour doveva essere il cattivo usurpatore e perciò “i Pink Floyd dopo l’uscita di Roger Waters sono diventati commerciali”. Per fortuna col tempo ho smussato le mie opinioni e oggi ho riportato i dischi di Gilmor nella mia discografia.
2. Bruce Springsteen. Mi sono sempre piaciute le canzoni del Boss, ma non riuscivo a sopportare il personaggio. Bruce Springsteen arrivò nella mia vita in forma di bel culo in blue jeans sulla copertina del suo Born in U.S.A. A quell’epoca l’americanismo per me era il nemico giurato. Solo verso i trent’anni ho incominciato a scoprire la complessità e il fascino delle canzoni di Springsteen. Oggi “Born to run” è tra i dischi che ascolto più spesso.
3. I film di mazzate orientali. Ho sempre adorato i film d’azione, ho avuto la fortuna di crescere negli anni d’oro di questo genere. Stallone e Schwarzenegger per me sono come il bue e l’asinello che hanno assistito alla nascita della mia passione per il cinema. Ma nonostante questo ho sempre percepito con fastidio i film di arti marziali. Non so bene il perché, forse c’era il fatto che i film con Bruce Lee che giravano a nastro su Tele Capri fossero tutti sgranati e fuori sincrono, forse c’erano tutte quelle faccette che facevano quegli attori, forse c’era il fatto che erano film che piacevano tanto a quei ragazzini che poi mi torturavano a scuola. Vallo a sapere. Per fortuna oggi The Raid e i film di John Woo sono tra le cose che più mi danno gioia.
4. I fumetti francesi. Moebius è sempre stato uno dei miei autori preferiti, ma era l’eccezione che confermava la regola. Non sopportavo granché la linea chiara di molti autori francesi, il mio gusto si era formato sul Pratt, Pazienza e la scuola argentina. Per me i fumetti francesi erano poca sostanza, tanto colore e storie troppo dilatate nel tempo (un volume di 48 pagine all’anno quando andava bene). Poi per fortuna sono rinsavito.
5. Le storie col finale aperto. Mi sono sempre vergognato di dirlo, ma 2001 Odissea nello Spazio non mi piacque la prima volta che lo vidi. Il finale, tutta colpa di quel finale. Poi ho studiato, sono cresciuto, ho continuato a provare e alla fine ho capito. Oggi un bel finale aperto e spiazzante è una delle cose che più mi fa apprezzare una storia.
(5bis. Le storie a puntate. Quando avevo meno di quarant’anni volevo sapere tutto e subito, volevo arrivare al finale il prima possibile e non volevo aspettare. Oggi mi godo il viaggio molto di più.)
6. La radio parlata. Fino a qualche anno fa in macchina ascoltavo solo musica. Perciò negli anni era fondamentale dotarsi del giusto stereo, quello con le cassette e l’autoreverse, poi quello con il CD (ma saltava troppo), quello col CD e gli ammortizzatori, quello con la presa per l’iPod, quello col bluetooth. Poi, come ho già raccontato, ho iniziato a voler sentire le voci delle persone.
7. I dischi dei concerti. Per anni ho evitato di comprare dischi di concerti. Pensavo fossero un bieco espediente delle “cattive case discografiche” che sfruttavano la fan base dei musicisti. Erano sempre le stesse canzoni, ma suonate in maniera diversa. Che senso aveva ascoltare una nuova versione di Generale se già sai che il treno si fermerà solo per pisciare?
8. Le birre bionde. Per anni ho bevuto solo birre rosse o Guinness perché pensavo che fosse troppo dozzinale fermarsi ad una semplice bionda.
Pingback: Seghe mentali su Westworld | trenta per cento
Pingback: 2016 Comics Suggestions and Services | trenta per cento
Pingback: 7 cose che ho scoperto dopo 10 giorni senza Facebook e Twitter | trenta per cento
Pingback: 9 dimostrazioni della non esistenza di Dio | trenta per cento
Pingback: Roba bella da leggere, ascoltare e guardare (#3) | trenta per cento